Autogas Italia, azienda italiana specializzata nella produzione di sistemi per l’alimentazione a gas in motori endotermici, ha superato la soglia delle 3000 conversioni bi-fuel GPL sulle imbarcazioni.
L’azienda, in collaborazione con Ecomotive Solutions – gruppo Holdim – da diversi anni è impegnata nello sviluppo di sistemi che applicati a motori fuoribordo permettono il loro funzionamento bi-fuel benzina GPL e in alcune applicazioni anche a solo GPL. Le emissioni dei motori nautici, infatti, tendono ad essere concentrate in aree specifiche quali porti (sia costieri che ricreativi), laghi e fiumi, causando elevati livelli localizzati di inquinanti quali CO, HC e NOx. Grazie a programmi specifici per la loro riduzione, in particolare contenendo le emissioni allo scarico dei motori fuoribordo a benzina, si avrebbe a disposizione uno strumento importante per raggiungere l’obiettivo di salvaguardia delle acque come richiesto anche dalle norme Comunitarie. La maggior parte dei motori fuoribordo bi-fuel che viaggiano con i sistemi prodotti dall’azienda modenese navigano in Paesi del Sud America, dove grazie alla collaborazione con aziende locali del settore nautico sono stati portati avanti sviluppi tecnici e conversioni su motori da 40 fino a oltre 200 HP di potenza.
Sistema bi-fuel GPL: ecco come funziona. Il sistema, che deriva tecnicamente dal settore automobilistico, preleva il GPL in fase liquida dal serbatoio (o dai serbatoi, se è presente più di uno) e lo trasforma in gassoso grazie a un riduttore di pressione modificato per uso nautico. Il gas in fase gassosa viene inviato al motore e iniettato cilindro per cilindro per mezzo di iniettori controllati da una centralina elettronica che gestisce tutto il sistema gas dialogando con l’elettronica originale del motore. La centralina, visto il tipo di impiego, è completamente sigillata/resinata per evitare possibili infiltrazioni di acqua sui componenti elettronici.
Perché trasformare un motore fuoribordo a benzina per ottenere il funzionamento bi-fuel benzina a GPL o anche a solo GPL? Lo abbiamo chiesto ai tecnici di Autogas Italia secondo i quali, le motivazioni sono ecologiche o economiche in base al tipo di utilizzo delle imbarcazioni.
“L’aspetto ‘ecologico’ è primario e riveste importanza in tutti i motori trasformati, ma con particolare e specifico impiego nei grandi allevamenti di pesca, dove per lo spostamento tra le vasche di allevamento l’utilizzo di imbarcazioni con motori alimentati a GPL contribuisce al mantenimento di acque pulite per un pescato di maggior pregio e qualità, anche se non è trascurabile la salvaguardia delle acque costiere o lagunari. L’aspetto economico è maggiormente considerato, anzi diventa preponderante, da chi utilizza i natanti per trasporti giornalieri o a lunga percorrenza di persone o di cose, visto l’elevato consumo di combustibile per ogni ora di viaggio”.
Qual è la situazione in Italia per questo tipo di trasformazioni? “L’Italia ha un territorio con oltre 7.500 km di coste marine e oltre 10 laghi navigabili, dove sono presenti sia imbarcazioni da diporto che da lavoro – sottolineano alla Autogas Italia – ma il tema della riduzione delle emissioni inquinanti in acqua non sembra riscontrare particolare interesse, se non a parole, da parte delle istituzioni siano esse nazionali o regionali. Esiste già una normativa Europea che regolamenta queste trasformazioni, ma risulta assai complesso, in Italia, comprendere quale possa essere il corretto percorso per poter convertire a bi fuel motori fuoribordo già naviganti, senza tralasciare l’aspetto rifornimento”.