L’idrogeno è una delle molteplici soluzioni tecnologiche per raggiungere emissioni zero di carbonio.
Da sempre, la casa dei tre diapason è impegnata nella ricerca costante di soluzioni e tecnologie avanzate per migliorare ogni aspetto dei propri prodotti. Negli ultimi anni, ha inoltre intensificato il proprio impegno verso la sostenibilità ambientale, con l’obiettivo ambizioso di rendere i processi produttivi a zero emissioni di carbonio entro il 2035 e sviluppare una gamma di prodotti a zero impatto ambientale entro il 2050.
Il protagonista indiscusso di questo percorso, destinato a catturare grande attenzione, presentato al Salone di Genova in anteprima europea, è stato il prototipo del primo fuoribordo al mondo alimentato a idrogeno per imbarcazioni da diporto, affiancato da un innovativo sistema di alimentazione integrato in package.
Già presentato al Salone di Miami, il prototipo è stato sottoposto durante l’estate a numerosi test in acqua, implementando la sua efficienza e ottenendo risultati estremamente soddisfacenti.
Per questo progetto, Yamaha ha collaborato con Roush per sviluppare il sistema di alimentazione del nuovo fuoribordo e con Regulator Marine, prestigioso cantiere di imbarcazioni, per costruire un’imbarcazione adatta a testare questo prototipo.
In Particolare, Regulator Marine ha costruito uno scafo basato sul modello 26XO e lo ha modificato per ospitare i serbatoi di idrogeno necessari per alimentare il nuovo fuoribordo. Insieme, Yamaha, Regulator e Roush presentano lo scafo, il sistema di alimentazione e il fuoribordo per dimostrare come l’idrogeno possa funzionare come possibile “carburante” nell’ambiente marino. Questo progetto nasce dalla volontà della casa dei tre diapason di riuscire a dimostrare che in un prossimo futuro si riuscirà a creare scafi pensati per ospitare serbatoi di idrogeno e ad aprire la strada allo sviluppo dell’idrogeno come fonte di carburante in ambiente marino.
“Yamaha sta esplorando tutte le possibilità per raggiungere la carbon neutrality, con l’obiettivo di rendere i nostri processi produttivi e attività a zero emissioni di carbonio entro il 2035, per poi avere una line-up di prodotti a zero impatto ambientale entro il 2050.
Nel mercato nautico la carbon neutrality dei nostri prodotti può essere raggiunta solo attraverso un approccio che sfrutti più soluzioni e crediamo che l’idrogeno sia fondamentale per raggiungere questo obiettivo.
Yamaha vuole essere un leader in questo ambito e incoraggiamo gli altri operatori del settore nautico a partecipare alla ricerca di soluzioni per costruire infrastrutture e nuove politiche intorno alle innovazioni”.
A ulteriore dimostrazione dell’impegno dell’azienda nel raggiungimento della carbon neutrality, grazie a un approccio multi-tecnologico, Yamaha ha recentemente annunciato l’intenzione di acquisire tutte le azioni dell’azienda di fuoribordo elettrici Torqeedo®. Inoltre, Yamaha continua a promuovere l’uso di carburanti sostenibili nei motori fuoribordo a combustione come ulteriore alternativa.
Un recente studio, primo nel suo genere, commissionato dall’International Council of Marine industry Associations (ICOMIA), intitolato “I percorsi di decarbonizzazione per l’industria della nautica da diporto”, convalida la strategia di Yamaha alle emissioni zero, rivelando che un approccio a più livelli è il modo migliore per continuare la decarbonizzazione della nautica da diporto. Attraverso lo studio, Ricardo plc, società di consulenza ingegneristica leader a livello mondiale, ha analizzato le tecnologie di propulsione di nove comuni imbarcazioni da diporto per confrontare l’impatto delle emissioni globali di gas serra, i costi finanziari, l’usabilità, le prestazioni, l’autonomia e le implicazioni infrastrutturali.
A causa del peculiare ambiente in cui le imbarcazioni vengono utilizzate, lo studio ha rilevato che non esiste una soluzione “unica” e raccomanda invece un portafoglio di tecnologie per continuare a ridurre le emissioni di carbonio nel settore della nautica da diporto, compresa una combinazione di applicazioni elettriche, ibride, a combustibile sostenibile e a combustione interna.
Le imbarcazioni da diporto rappresentano meno dello 0,1% delle emissioni di gas serra, in particolare lo 0,7% delle emissioni di anidride carbonica (CO2) dei trasporti negli Stati Uniti e lo 0,4% delle emissioni di CO2 dei trasporti in Europa.