Milano. “Sì, viaggiare, evitando le buche più dure, senza per questo cadere nelle tue paure, gentilmente senza fumo come amore… dolcemente viaggiare, rallentando per poi accelerare…”. Perché scomodare un mostro sacro come Lucio Battisti? Semplice, perché fra le mille canzoni stupende che ha scritto, c’è “Sì, viaggiare”.
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